Ci sono luoghi che non stancano mai, porti sicuri in cui torniamo sempre. Possono essere film, canzoni, oppure giochi che non smettiamo di amare nonostante ci abbiamo già giocato molte volte. Quando apri la scatola e senti quell’odore familiare e rivedi quelle pedine; quando apri quel tabellone… ti senti a casa.
È vero che il mondo dei giochi da tavolo è come una pentola che bolle di continuo, e pullula sempre di cose nuove… ma su certi classici si torna sempre.
In questa pratica guida ai giochi da tavolo classici, esploreremo 5 giochi intramontabili spaziando dall’avventura all’astrazione, passando per titoli gestionali fino ai party game. Soffia sui dadi, guarda bene le carte che hai in mano e preparati a onorare tradizioni ludiche senza tempo.
Dixit

Partiamo dal party game più poetico di sempre, quel Dixit immaginato a inizi anni Duemila da Jean-Louis Roubira. Di professione psichiatra infantile, l’autore era solito ritagliare illustrazioni da riviste per bambini e usarle nelle sue sedute di terapia. Ma è stato solo grazie all’incontro con il tratto morbido dell’illustratrice Marie Cardouat che Dixit ha finalmente visto la luce. Nel 2008 nasce così uno dei giochi più amati degli ultimi anni, totalmente basato sul potere evocativo delle immagini, sull’immaginazione e sulla libera associazione di pensiero. Un titolo che sulla carta è un competitivo, ma in realtà si fonda sull’alchimia di gruppo e sull’affiatamento tra i giocatori. Come ogni buon party game dovrebbe fare.
Dixit è come una bella fiaba che riascolti sempre volentieri, ma che cambia ogni volta, a seconda delle persone che la raccontano. Il gioco (pensato dai 3 agli 8 giocatori) è molto facile da assimilare e allo stesso tempo di una profondità incredibile, perché scava nel nostro inconscio e nell’immaginario collettivo.
Le meccaniche sono di una semplicità disarmante: all’inizio di ogni turno un giocatore diventa il narratore. Il narratore ha a disposizione sei carte-illustrazioni che servono da ispirazione. Una volta trovata, il narratore associa una carta-illustrazione a una parola, a una frase, al titolo di un film, a qualsiasi cosa gli venga in mente. La carta scelta viene quindi mescolata (coperta) assieme alle altre carte che gli altri giocatori avranno associato alla parola chiave pronunciata dal narratore.
Compito degli altri giocatori sarà quindi indovinare quale sia la carta illustrata scelta dal narratore di turno. E il bello è tutto lì, ovvero nel provare a entrare nella testa di chi narra, cercando di interpretare i suoi pensieri, i suoi gusti, la sua sensibilità.
Ovviamente il narratore non può essere troppo banale o troppo criptico quando propone la sua carta, perché se tutti indovinano facilmente l’illustrazione proposta non riceve punti. Lo stesso accade se non la indovina nessuno. Insomma, un meraviglioso gioco di equilibri che cammina sul filo dell’immaginazione. Il tutto impreziosito da una marea di illustrazioni evocative, in cui ognuno può trovare spunti sempre nuovi.
Caratteristiche ed elementi da considerare
Numero di giocatori: da 3 a 8
Durata del gioco: circa 30 minuti
Punti di forza: semplice, alla portata di tutti, ma mai banale
Punti di debolezza: chi cerca azione e strategia è meglio che guardi altrove
Perché ci piace
Dixit è immediato, intuitivo e capace di regalare emozioni inedite a seconda delle persone al tavolo. È un titolo molto introspettivo, che scava nel nostro inconscio con grande tatto e delicatezza. Nonostante sia ormai un classico, la sua longevità è assicurata da tantissime espansioni che rendono il gioco vario e arricchito da illustrazioni sempre nuove nello stile grafico e nel tratto.
È il gioco che fa per te se…
Ami i party game in cui la chimica tra le persone è più importante delle regole. E se ti piace mettere alla prova l’intesa con i tuoi amici.
Ticket To Ride

Biglietto di sola andata verso la storia dei boardgame. Ecco quello che succede ogni volta che si intavola Ticket To Ride, gioco del 2004 creato dal game designer Alan “Re dei German” R. Moon. Premiato e idolatrato da ben vent’anni, Ticket To Ride è un titolo da 2 a 5 giocatori ambientato agli inizi del Novecento. Scopo del gioco? Costruire una rete ferroviaria che permetta a ogni giocatore di soddisfare il proprio obiettivo segreto, che consiste nel collegare due città della mappa.
Nonostante la sua estetica essenziale e una componentistica poco appariscente, Ticket To Ride ha saputo conquistare pubblico e critica grazie all’eleganza delle sue meccaniche: chiare, immediate e stimolanti in ottica strategica. Un brand talmente amato da andare oltre i confini degli Stati Uniti, dove era ambientato il titolo originale: il gioco è stato accompagnato da un sacco di espansioni situate anche in Europa e in luoghi suggestivi, come l’affascinante Transilvania.
Ticket To Ride è un gioco competitivo che incarna la bellezza di ogni viaggio, dove è il tragitto a contare, più che la meta. Ma come raggiungere la destinazione finale? Ogni giocatore dovrà conquistare i biglietti necessari per creare la propria rete ferroviaria e unire le città (sconosciute agli altri) oggetto della sua missione. Per farlo, dovrà giocare carte con vagoni dello stesso colore per occupare prima degli altri i tratti disegnati sulla mappa e ottenere così punti che andranno ad aggiungersi a quelli degli obiettivi raggiunti. Il grosso del gioco è tutto qui, come anche tutta la sua bellezza.
Perché, come abbiamo detto, il bello di Ticket To Ride sta proprio nella semplicità del “cosa” e nella complessità del “come”. È un gioco che si spiega e si impara in pochi minuti, ma è anche un titolo che ti farà davvero sentire sotto pressione per la competizione che si viene a creare. Alan R. Moon ha dato vita a un gioco in cui bisogna concentrarsi sulla propria strategia, ma anche studiare quella degli avversari, cercando di prevedere le mosse altrui e reagendo di conseguenza.
Caratteristiche ed elementi da considerare
Numero di giocatori: da 2 a 5
Durata del gioco: da 30 a 60 minuti
Punti di forza: strategia e pianificazione alla portata di tutti
Punti di debolezza: meno adatto a chi ha già sperimentato titoli più difficili
Perché ci piace
Ticket To Ride è un family game intuitivo e profondo, veloce da intavolare e facile da assimilare. Le espansioni lo hanno fatto andare molto lontano nella storia dei boardgame.
È il gioco che fa per te se…
Ti piacciono i giochi competitivi complessi ma non complicati e ami sfidare i tuoi amici creando la giusta tensione al tavolo di gioco.
Catan

Se sei cresciuto a pane e Age Of Empires, I Coloni di Catan o, come è stato rinominato nella nuova edizione, semplicemente Catan, è il gioco che fa per te. Un grande classico del gioco da tavolo diventato un cult assoluto. Uno di quelli che trovi per forza nelle collezioni di ogni giocatore duro e puro, ma che anche tantissimi neofiti conoscono e possiedono. Pubblicato nel 1995, è considerato uno dei german più riusciti e amati di sempre, tanto da raggiungere il traguardo delle 15 milioni di copie vendute in tutto il mondo. Non è un caso se abbiamo scomodato il re dei videogiochi strategici, perché Catan ricrea le stesse dinamiche e le stesse sensazioni di fondo: pura strategia gestionale applicata al boardgame, anche senza tutte quelle unità militari.
Il giocatore è uno dei coloni giunti sull’isola di Catan. Come tale, è chiamato a gestire la propria comunità cercando di espandere il proprio territorio, amministrare le risorse ottenute e costruire città e strade che permettano di estendere il proprio dominio. Non potrà però sperare di farlo da solo: dovrà commerciare lana, grano, pietra e mattoni con altri giocatori (non per forza in modo equo) per ottenere le risorse che gli servono… senza dimenticare di usare la miniatura del bandito per estorcere risorse in altro modo!Chi vince? Il primo giocatore che arriva a 10 Punti Vittoria, investito del nobile titolo di “Signore di Catan”.
Tutta sostanza e poca forma, Catan è un titolo che dichiara i suoi intenti fin dall’illustrazione sulla sua ormai iconica scatola: un sole, un villaggio e dei contadini. Nulla di straordinario. Solo uno scorcio di essenziale quotidianità. E il gioco è così: schietto, senza fronzoli, uguale a come si presenta sulla “copertina”. Nonostante un’estetica magari non proprio invecchiata benissimo, Catan cattura sempre con l’immediatezza delle sue regole e con l’interattività delle sue meccaniche. Gestire le proprie risorse e studiare bene ogni singola mossa, rende il gioco immersivo e davvero adatto a tutti. Accessibile per i principianti e soddisfacente per i grandi amanti dei german.
Caratteristiche ed elementi da considerare
Numero di giocatori: da 3 a 4
Durata del gioco: da 60 a 120 minuti
Punti di forza: strategico ma accessibile
Punti di debolezza: potrebbe non piacere chi cerca qualcosa di più complicato o di tematicamente più interessante
Perché ci piace
Per la semplicità e la pulizia delle sue meccaniche davvero accessibili per chiunque. Il tutto senza mai cadere nel banale.
È il gioco che fa per te se…
Ami i giochi strategici molto interattivi, in cui gestire le risorse ed espandere i tuoi domini crea molta soddisfazione.
Dominion

Qui alziamo leggermente il tiro ed entriamo nel magico mondo dei deck-building, quasi un universo a sé stante quando parliamo di giochi da tavolo. Tra tutti, Dominion, uscito nel 2008, è uno dei massimi ambasciatori del genere, capace di scomodare persino esempi illustri tra i giochi di carte, come quel colosso di Magic: the Gathering.
Il titolo firmato Donald X. Vaccarino punta tutto sull’acquisizione graduale di ricchezze e domini costruendo turno dopo turno un mazzo che permetta di accumulare punti vittoria in modo continuo e sempre più efficiente.
Meglio essere chiari fin da subito: se cerchi un gioco molto interattivo, in cui preoccuparti più degli altri che della tua mano, non è il gioco giusto. Dominion, infatti, è il tipo di gioco dove ognuno pensa al suo, che ti permetterà di ragionare mettendoti di fronte a un enigma, e che ti terrà molto focalizzato sul tuo mazzo. Sta proprio qui il bello del gioco (che contempla da 2 a 5 giocatori grazie alle espansioni): le mosse durante il turno sono semplici (azione, acquisto e pulizia) e le tipologie di carte sono poche (maledizione, tesoro, regno e punti vittoria). Si gioca la propria mano, si risolvono gli effetti, si migliora il mazzo e si ripete il tutto per fare in modo che ogni turno proceda come una macchina perfetta, che poi sarebbe l’essenza pura del deck-building.
Anche se potrebbe essere considerato il più complesso di questa guida, Dominion resta comunque un grande classico nonché un perfetto punto di partenza per imparare a conoscere il magico mondo dei deck-building e del gioco da tavolo avanzato.
Caratteristiche ed elementi da considerare
Numero di giocatori: da 2 a 4 nella sua forma base
Durata del gioco: circa 30 minuti
Punti di forza: semplice, avvincente e molto diversificato grazie alla variabilità del setup iniziale
Punti di debolezza: non molto interattivo, grafiche un po’ datate
Perché ci piace
Per il fascino di un gioco molto profondo e longevo (grazie alle espansioni), che negli anni non ha perso un briciolo della sua efficacia al tavolo.
È il gioco che per fa per te…
Se non hai mai varcato la soglia dei deck-building e ti interessa partire con un grande classico del genere.
Heroquest

E chiudiamo con il papà di tutti i dungeon crawler (Dungeons & Dragons permettendo), con quel barbaro, quel nano, quell’elfo e quel mago che hanno segnato per sempre almeno un paio di generazioni.
È il 1989 quando Heroquest arriva sugli scaffali sconvolgendo il mondo intero. Perché quella immaginata da uno Stephen Baker è davvero la perfetta via di mezzo tra un gioco di ruolo (con il suo Schermo del Master, le schede del personaggio e le caratteristiche uniche per ogni eroe) e un gioco da tavolo, in un mix tanto semplice nelle regole quanto immersivo nelle dinamiche. Tantissimi si sono innamorati del fantasy anche grazie a questo titolo in cui esplorare dungeon al fianco di prodi avventurieri, in una dinamica che regala ancora oggi brividi ed emozioni difficili da spiegare.
Ed è per questo che, nonostante fosse scomparso dalle scene, l’amore per Heroquest è stato alimentato per tanti anni da una community sempre appassionata. Inevitabile, quindi, che la riedizione pubblicata nel 2021 da Hasbro fosse un immenso successo, capace di ravvivare un fuoco mai davvero spento.
Perdersi in un mondo abitato da mostri e magia senza dimenticare mai la strategia, esplorare i suoi meandri pesando ogni singolo passo, fare affidamento sugli altri per riuscire nell’ardua missione... Heroquest ci ha insegnato tutto questo. Grazie alle sue regole davvero semplicissime, in cui ci si muove ancora grazie a un tiro di dado, il titolo di Stephen Baker alterna perfettamente esplorazione, combattimento e strategia.
Un gioco cooperativo in cui i partecipanti si sentono davvero una compagnia pronta a stringersi nell’oscurità, per affrontare insieme il Male incarnato da orchi, scheletri, zombie e infidi stregoni. Il tutto orchestrato da un Master che gioca contro gli altri, gestendo quelle orde malefiche di nemici (ma con l’app dedicata si può anche giocare tutti assieme contro l’intelligenza artificiale) e cercando di ostacolare i giocatori nel loro obiettivo. Senza dimenticare, ovviamente, il fascino delle sue miniature e del mobilio tridimensionale che ti immerge letteralmente tra scrigni, troni, armadi ammuffiti e armerie arrugginite.
Grazie al suo tabellone modulare, alla sua scatola impreziosita dall’artwork tra i più iconici della storia dei giochi da tavolo e soprattutto alla possibilità di personalizzarlo attraverso quest inventate dai giocatori, Heroquest è stato - ed è tutt’oggi - ben più di un gioco da tavolo: è stato per molti il punto d'accesso verso un nuovo modo di pensare il boardgame (personalizzabile, aperto, senza limiti). E se oggi siamo ancora qui a celebrarlo, un motivo ci sarà.
Caratteristiche ed elementi da considerare
Numero di giocatori: da 2 a 5
Durata del gioco: circa 90 minuti
Punti di forza: avvincente, immersivo e ricco d’azione
Punti di debolezza: non così immersivo come certi fan del gioco di ruolo pretenderebbero
Perché ci piace
Per la sua semplicità quasi elementare che abbraccia tutti: vecchi giocatori nostalgici e nuove generazioni. Heroquest sarà sempre la porta migliore per entrare nel genere dei boardgame fantasy.
È il gioco che fa per te se…
Vuoi esplorare sotterranei, castelli e antiche magioni in compagnia di un master malefico, al fianco di prodi amici con cui combattere insieme il Male supremo.
Come scegliere il gioco da tavolo classico perfetto per me?
Questi sono solo alcuni dei giochi da tavolo considerati dei classici moderni. Sono titoli degni di nota, ma ce ne sono molti altri, e noi ne abbiamo un’ampia scelta.
Per fare la scelta giusta, ti consigliamo di partire da alcuni elementi base come: il tipo di esperienza che vorresti fare, l’atmosfera che preferisci e le sensazioni che vorresti vivere durante il gioco (paura, divertimento, concentrazione, ecc.), ma considerare anche la complessità del gioco e la durata.
Se vuoi approfondire o vorresti avere qualche altro consiglio su come orientare meglio i tuoi acquisti, contattaci usando il bottone che trovi qui in basso: la nostra live chat è lo strumento perfetto per chiederci informazioni e iniziare subito a giocare!
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