Root: la recensione di uno dei migliori giochi da tavolo di sempre

 

Uscito nel 2018, Root ha già fatto parlare di sé in lungo e in largo, e a ragione. Vera e propria rivelazione e già annoverato tra i migliori giochi da tavolo di strategia in diverse classifiche, Root mette insieme un'ambientazione fantasy, tattica individuale, meccaniche di gioco differenti e una buona dose di interazione tra i partecipanti. Tutto sotto il segno dell'asimmetria estrema.
Se stai pensando di acquistare questo gioco o vuoi farti un’idea di com’è e come funziona, sei nel posto giusto: ecco la nostra recensione di Root, gioco da tavolo ricco di pregi e solo pochi, misurati, difetti.

Obiettivi e caratteristiche del gioco in breve

Prima di addentrarci nella valutazione, vediamo in estrema sintesi come si gioca a Root. Ipotizziamo di essere 4 giocatori, ovvero il numero massimo possibile senza espansioni. Ciascun giocatore deciderà quale fazione rappresentare tra Gatti, Aquile, Sottobosco e il Vagabondo, sapendo che ognuna di queste seguirà regole comuni e regole proprie, le vedremo nel dettaglio poco sotto.
L’obiettivo dei giocatori è il controllo del territorio e il raggiungimento dei 30 punti vittoria o del completamento di una carta Dominio, uniche condizioni per chiudere la partita.
La mappa di gioco è suddivisa in radure, boschi e sentieri, che dovrai percorrere per spostarti da un punto all’altro. Durante l’occupazione delle radure, può nascere uno scontro diretto con le altre fazioni, che si risolve tramite l’utilizzo di due dadi o di specifiche carte.
Le carte sono infatti il vero motore del gioco. Quelle comuni sono 54, a cui si aggiungono quelle specifiche per ogni fazione. Grazie a queste, i partecipanti compiono diverse azioni: costruiscono oggetti, chiedono e ottengono favori dagli altri o costruiscono alleanze.

Ogni turno prevede 3 fasi per ogni giocatore (Alba, Giorno e Crepuscolo) e lo svolgimento delle attività descritte dalle singole plance. Al di là delle regole comuni, il game è fortemente condizionato dalle dinamiche specifiche di ogni fazione.

Le 4 fazioni base di Root

Ripassiamo allora velocemente le 4 fazioni base di Root per capirne potenzialità e limiti:

  • La Marchesa de Gattis: è quella con il controllo del territorio più capillare, fin dall’inizio della partita, come confermato anche dalla Fortezza: l’unica radura in cui non possono entrare altri avversari. I punti si ottengono costruendo degli edifici, che devono essere sostenuti da una rete di rifornimenti di legno, soprattutto a inizio partita.
  • La Dinastia delle Aquile: organizzati come vero e proprio corpo militare, sono gli unici a poter controllare una radura anche in caso di pareggio. I punti vittoria si ottengono in base a quanti edifici Posatoio riusciranno a costruire, ma con una complicazione in più: se non riusciranno a svolgere tutte le azioni previste dalla loro plancia (“il Decreto”), avverrà un’insurrezione che li costringerà a cambiare leader.
  • L’Alleanza dei Boschi: per loro ciò che conta sono le alleanze con le altre fazioni, che cercano di far insorgere contro la Marchesa. Partono senza posizionamenti sulla mappa ma hanno un vantaggio: hanno sempre il dado più alto in battaglia, anche quando difendono.
    Guadagnano punti se riescono a posizionare i segnalini Supporto sulla mappa e quando questo accade…è molto difficile rimuoverli.
  • Il Vagabondo: non controlla alcuna radura ed è solo. Le sue abilità però compensano questo apparente svantaggio: il Vagabondo può muoversi liberamente tra le radure, lottare anche senza guerrieri ed è l’unico che può esplorare le Rovine, scambiando gli oggetti che trova con le carte delle altre fazioni. Da lui possono dipendere le sorti del gioco e della fazione che deciderà di appoggiare o osteggiare.

Questi sono i personaggi base, ma i giocatori possono arrivare fino a 6 per partita: con l’espansione La Compagnia del Fiume si aggiungono anche Lucertole e Castori, mentre con Il mondo sotterraneo saranno Talpe e Corvi a unirsi alla battaglia. Per chi non ha problemi con l’inglese, consigliamo anche The Marauder, che introduce Topi e Ghiottoni.

I pregi di Root: un bell’esempio di asimmetria bilanciata

Se hai letto fin qui o magari hai già provato qualche partita a Root, avrai certamente notato la sua caratteristica principale: l’asimmetria completa. Le regole comuni sono davvero poche e quelle delle fazioni differiscono molto tra loro, così come il loro stile di gioco: la Marchesa può contare su un buon controllo del territorio ma non deve perdere di vista le risorse; le Aquile possono invece ricorrere a una programmazione minuziosa, cercando di limitare i fattori di “esplosione”; la guerriglia dell’Alleanza è sicuramente stimolante, ma resa complessa dalla mancanza di radure; il Vagabondo può agire davvero come ago della bilancia, con astuzia e opportunismo ben dosati.
Eppure, la sensazione generale (e geniale!) del gioco, è che nonostante tutte queste disparità, Root risulta tutto sommato molto ben bilanciato e tutti i giocatori avanzano nella raccolta dei punti vittoria in modo abbastanza uniforme.

Gli scontri sono piuttosto veloci e così anche le partite, che di solito si esauriscono entro i 90 minuti, almeno dopo le prime volte.
Nota di merito anche per la grafica del tabellone e dei materiali di gioco. L’autore è l’illustratore Kyle Ferrin, che crea un’ambientazione davvero ben fatta e personaggi dall’aspetto quasi tenero in aperto contrasto con le logiche belliche, a volte persino crudeli, del gioco. Imbustare le carte ti aiuterà ad evitare che si rovinino anche dopo diverse manche.

I difetti di Root: bisogna prenderci la mano

Non è facile trovare dei difetti a questo gioco, ma se ci dobbiamo proprio sforzare possiamo citare la mancanza della modalità solitario (che però può essere facilmente superata grazie alle espansioni meccaniche) e le limitazioni previste per quando si gioca in 2. In questo caso, infatti, non tutte le scelte di fazioni sono possibili ed è consigliabile seguire le combinazioni indicate nel manuale.

È vero anche che le regole non sono semplicissime (pur non essendo tra le più complesse tra i giochi di questo genere), ma sicuramente dopo averci giocato un po’ sarà più facile assimilarle e avviare una partita fluida senza dover consultare il manuale. Conoscere bene le regole è inoltre fondamentale per tenere sotto controllo le fazioni avversarie: solo così potrai capire veramente qual è la loro situazione e strutturare la tua strategia di conseguenza.
Tra le critiche più comuni a Root c’è infatti la modalità di vittoria. Arrivare a 30 punti può essere spesso questione di velocità o successione dei turni di gioco, più che di abilità, e questo può far nascere qualche malcontento.

Root recensione: per noi è sì

Quindi qual è il nostro giudizio di Root?
Da amanti del genere, non possiamo che apprezzare questo gioco che ha dalla sua sicuramente una certa originalità e un’elevata rigiocabilità. Una sola volta non basta per entrare davvero nel game: l’esistenza di varie fazioni e di diverse azioni possibili durante il turno aumenta la voglia di sfidare amici e parenti in nuove battaglie alla conquista del potere nei boschi.
Ne serviranno altri 2, oltre a te, per raggiungere il numero minimo ideale secondo noi, anche se Root esprime il suo massimo potenziale quando si è in 4.

Se questa recensione ti ha incuriosito o vuoi conoscere maggiori dettagli su Root e gli altri giochi da tavolo presenti nel nostro store, scrivici utilizzando la live chat che trovi qui in pagina: siamo qui per aiutarti!

 
Pubblicato in: Giochi da tavolo
Autorità indiscussa di fustelle e Funko. Perfettamente a suo agio tra meeple e testoni, sempre alla ricerca di un gioco migliore per la sua collezione
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