Sylvaneth

Alarielle si destò e cominciò a vagare alla ricerca di un popolo perso da tempo. Nei suoi viaggi si innamorò di Ghyran, il Regno della Vita, e ispirata da questo paradiso verdeggiante diede alla luce i Sylvaneth, piantandoli con i baccelli dell’anima e curando i germogli come una madre che coccola i figli. Ognuna delle sue creazioni era una mistura di carnecorteccia e magia della vita, arricchita dalle sostanze nutritive arcane del suolo in cui erano piantate e impregnate di echi del suo canto spirituale.

Nessuno era più amorevole dei Sylvaneth e di Alarielle verso la terra. Regnavano pace e armonia e la dea si unì persino al pantheon di Sigmar e contribuì a costruire nuove civiltà. Ma poi giunse il Chaos e tutto questo venne messo in pericolo: la natura era sotto attacco.

L'amore dei Sylvaneth quindi si trasformò in una furia inarrestabile, la loro propensione alla vita in un desiderio di morte verso chiunque minacciasse il creato. Ora queste potenti incarnazioni della natura combattono in modo implacabile i nemici dell'Ordine, mosse da un odio ancestrale che li accomuna ai celestiali Seraphon.

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I servitori degli dei Oscuri abbatterono tutto ciò che era stato costruito. Il pantheon di Sigmar venne infranto e il Dio-Re si ritirò dietro i cancelli chiusi del Regno dei Cieli. Lasciati soli a resistere all’attacco, Alarielle e i suoi figli continuarono a lottare da soli. Vennero logorati e respinti, costretti a ritirarsi e a nascondersi. Erano strettamente collegati alle loro terre e Ghyram divenne sempre più corrotto e deturpato.

Sono come gli osservatori nella foresta, la brezza che fischia tra i rami. Sono la furia delle lande selvagge. Mutevoli come il clima, spietati quanto la natura, sono i Sylvaneth, vendicativi spiriti silvani dal potere terrificante e rappresentano la morte per gli intrusi nel loro territorio.

Persino i guerrieri più coraggiosi hanno imparato a temere le ampie porzioni di foresta dei Reami Mortali. Circondati dagli alberi, è facile perdersi e trovarsi disorientati, ma una minaccia più primitiva è in agguato. Nelle selve non possono mai essere sicuri di cosa si aggiri. I suoni sono attutiti, ma paiono giungere da qualsiasi luogo: lo schiocco dei rametti spezzati, il sinistro fruscio delle foglie e l’ululato del vento tra le fronde. I nemici potrebbero essere dietro un ammasso di viticci, con le frecce pronte ad essere scoccate o le zanne snudate in attesa della preda. Molti di coloro che si addentrano in questo ambiante non ne escono, quindi è saggio evitarele foreste selvagge.

Dietro tanti dei miti e delle supertizioni che circondano le Wyldwoods si celano i Sylvaneth. Il termine ‘Sylvaneth’ riunisce varie creature, tutte discendenti dalla dea Alarielle, la Regina del Bosco Radioso. Fu lei a piantarli, coltivandoli da semi che germogliarono per produrre tanti nuovi esseri. Originari di Ghyran, il Regno della Vita, i Sylvaneth sono più forti in quel luogo, ma si sono diffusi in tutti i Reami Mortali. Ovunque vadano, cercano le aree ricche di vita. Costruiscono le loro case nella profondità delle foreste e nei luoghi portentosi in cui si riunisce la magia della vita, perché loro stessi sono creature plasmate da uno strano miscuglio di carne, corteccia e tendini combinato con i rami viventi della Wyldwood e gli spiriti antichi.

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