I librigame sono libri interattivi e rappresentano un meraviglioso cortocircuito tra lettura e gioco di ruolo. E nel genere, la serie più famosa è senza dubbio l’iconica Lone Wolf di Joe Dever, in Italia localizzata come Lupo Solitario. Il primo capitolo, I Signori delle Tenebre, è stato pubblicato nel 1984 inaugurando una vera e propria saga da vivere in prima persona, libro per libro.
Un'ambientazione di dark fantasy duro e puro, in cui avventura, stregoneria, combattimenti ed esplorazione convivono a meraviglia con orrori nascosti. Un grande classico che di recente è tornato a nuova vita grazie all’edizione speciale del primo numero realizzata da Raven Distribution e Vincent Books in occasione dei 40 anni di Lupo Solitario.
Vediamolo nel dettaglio.
Cosa sono i librigame e come nasce Lupo Solitario
“Un sole nero sorge sul monastero. La flebile luce del mattino viene coperta dalle ali di fameliche creature pronte a scagliarsi contro di te. Cosa fai? Impugni la spada per lanciarti in battaglia, sali su una torre per affrontarle le bestie con arco e frecce, oppure scappi rischiando di essere colpito alle spalle?”
Chi è abituato alle logiche del gioco di ruolo, troverà questo genere di scenario decisamente familiare. Si tratta infatti della tipica dinamica di azione-reazione tra Master e giocatore, alla quale titoli come Dungeons & Dragons ci hanno abituato da tempo.
Non è però esclusiva di questo genere ludico, che comunque è uscito dalla sua nicchia solo di recente. Chi ha vissuto a cavallo tra gli anni Ottanta e Novanta, probabilmente ne ha fatto esperienza per la prima volta in tutt’altro contesto: quasi sicuramente videogiocando, oppure, in alcuni casi, attraverso un librogame. Queste iconiche avventure a bivi hanno segnato almeno un paio di generazioni con le loro saghe, le scelte difficili e l’impagabile emozione di sentirsi davvero al centro del racconto.
Lupo Solitario è una grande campagna epica ambientata in un universo che Dever ha immaginato negli anni Settanta giocando (guarda caso) proprio a Dungeons & Dragons.
È tra dadi e schermi del Master che nasce Magnamund, il mondo fantastico in cui potremo vivere le nostre avventure seguendo la stessa modalità ad “albero narrativo” che viene tutt’oggi utilizzata dalle visual novel come Doki Doki Literature Club o la serie Fate.
Nuove forme per vecchi mondi: la prima impressione
In questo caso, è giusto giudicare il libro dalla copertina. O meglio, dalla sovracoperta, perché la splendida illustrazione di Gary Chalk incarna alla perfezione il fascino di un fantasy dal retrogusto vintage.

Copertina e impianto grafico
La figura di Lupo Solitario si staglia in primo piano, impugnando a due mani una spada con atteggiamento greve e attento. Sotto il cappuccio verde da ranger, notiamo un’espressione decisa, con occhi che guardano fisso come a dire: “Questa avventura è solo nostra”. Alle sue spalle, si apre un mondo ricchissimo di dettagli: castelli, taverne, dame, cavalieri, scrigni e bottini che affollano in quella che in sintesi è una splendida cover, impreziosita da una grafica con tanto di elementi dorati in rilievo (titolo compreso).
Nota di merito per l’interno della sovracoperta, dove è stata inclusa una splendida mappa a colori di Magnamund (con legenda) realizzata con maestria questa volta da Francesco Mattioli. Un dettaglio per niente fine a se stesso, dato che proprio la mappa tornerà molto utile durante la lettura.
Sotto questo velo evocativo, il libro si mostra i nero cartonato, con titolo bianco. Semplice, pulito ed essenziale, quindi ottimo anche senza sovracoperta.
Il contenuto: traduzione, narrazione e formato
Al di là dell’ottimo impatto estetico, questa edizione del quarantennale è anche il ponte perfetto tra il passato e il presente. Perché? Perché la nuova traduzione, per quanto forse straniante per i fan della prima ora, risulta molto più fedele al testo originale. Alcuni termini fondamentali sono cambiati (vedi “Mastro Kai” al posto del - forse un po’ cauto - “Mastro Ramas”), anche in favore di una narrazione più matura, in linea con nuovo target di riferimento, lo stesso che magari gradirebbe il gioco di ruolo della serie.
Proprio come la precedente edizione (sempre della coppia Raven-Vincent Books), anche qui siamo davanti alla versione extended del librogame: i paragrafi dell’avventura sono quindi 550 (200 in più rispetto alla prima edizione).
Meno maneggevole del classico brossurato - che si poteva comodamente giocare con una mano da bimbo, mentre con l’altra si teneva il segno per poter “ripensarci meglio” - riesce comunque a farci immergere nel suo mondo stracolmo di meraviglia e pericoli.
I tempi dell’avventura: più dettagli sull’ambientazione e sul sistema di gioco
I Signori delle Tenebre ci mette inizialmente nei panni di giovane adepto dell’antico Ordine dei Kai, maestri di discipline fisiche e mentali, chiamati fin da giovanissimi a proteggere le terre di Sommerlund dai crudeli Signori delle Tenebre. Lupo Silenzioso, come è conosciuto all’inizio dell’avventura, è un novizio immaturo e impreparato, che di colpo, poco prima di un tranquillo giorno di festa, si ritrova catapultato dentro un’avventura più grande di lui.
Qui dovrà destreggiarsi tra scelte altrettanto imponenti sotto l’assedio delle forze del Male. Istinto, logica, coraggio e strategia saranno i suoi più fedeli compagni di viaggio. Un viaggio che inizierà con l’obiettivo di raggiungere il Re Ulnar per comunicargli il pericolo imminente e la distruzione del suo antico ordine, di cui è rimasto il solo sopravvissuto, il Lupo Solitario appunto.
L’inizio del gioco
In termini pratici, le regole del “gioco” sono semplici e immediate:
- prima di iniziare bisogna dare forma alla propria “scheda personaggio” stabilendo a occhi chiusi (scegliendo un numero dalla Tabella del Destino) i propri valori di Combattività (abilità in battaglia) e Resistenza (ovvero i punti di vita);
- segue quindi la parte più “ruolistica” del libro: scegliere le abilità tra le varie Discipline Kai. Ne possiamo selezionare 5 su 10 disponibili, optando per talenti più psichici oppure più legati al combattimento o alla sopravvivenza;
- una volta impugnata un’arma e capito quanti denaro avremo all’inizio dell’avventura, saremo pronti per cominciare.
L’introduzione è invecchiata benissimo: anche a distanza di 40 anni: sorprende sempre come Dever riesca a condensare in poche pagine una lore semplice, ma ricca di eventi. Fornisce il giocatore delle informazioni necessarie a immergersi in un mondo pieno di mitologia e storia, e senza annoiare mai.
Il ritmo è serrato, la scrittura asciutta e senza troppi orpelli. Per non parlare della bellezza delle illustrazioni ai paragrafi realizzate da Richard Longmore, il cui tratto realistico non soffoca mai il generale senso di meraviglia del gioco.
I bivi, vero fiore all’occhiello del gioco
Ma la vera grandezza di ogni librogame firmato Dever sono i bivi. Scelte quasi mai scontate, che stimolano il ragionamento e solleticano l’istinto in un mix ben bilanciato. In questo genere, non eccedere è importante: a volte devi davvero pensarci su, ma non puoi proporre solo scelte logiche senza rimuovere l’elemento di incertezza e avventura; in altri casi invece devi seguire quella sensazione nel profondo dello stomaco, ma farlo sempre renderebbe ogni decisione senza senso. Il lettore quindi è spinto a chiedersi: “certo, questa sarebbe la cosa più sensata da fare… ma lo è davvero in questo caso?”
Stimolare la materia grigia o vivere il momento, al cospetto di un Destino a volte ineluttabile, ma mai del tutto incontrastabile: il bivio è anche questo e rappresenta forse una delle metafore più belle dei librigame che tanto amiamo. Dopotutto, vivere è scegliere. E I Signori delle Tenebre resta la scelta perfetta per tutti. Per i grandi fan che vogliono rivivere il passato portandosi appresso buone dosi di nostalgia, e per i neofiti che varcano per la prima volta la soglia di un’esperienza indimenticabile.
Dunque, cosa ne pensiamo di Lupo Solitario?
I Signori delle Tenebre, e più in generale la serie Lupo Solitario, è stato, è e sarà sempre la porta d’ingresso perfetta per entrare nel mondo dei dark fantasy e dei librigame in generale. Dinamiche semplici e scrittura immediata sono irresistibili e trascinano fin nel profondo della narrazione.
È davvero una scelta “pigliatutto”, che può accontentare un po’ chiunque desideri azione e non disdegni il fantasy, e rappresenta certamente uno dei punti più alti del genere, anche se forse non uno dei più originali. Oltre a questo, si tratta di una delle serie più longeve di questa tipologia: un aspetto che rende l’esperienza molto interessante nel momento in cui si decide di portare il proprio personaggio al libro successivo. Infatti, questa scelta è premiata dalla serie stessa, che permette di trattenere oggetti dei libri precedenti, perché potrebbero tornare utili in seguito o arricchire la narrazione.
A nostro giudizio, Lupo Solitario rappresenta un must per qualsiasi giocatore che si rispetti e che voglia tentare la strada del libro-gioco, o che voglia anche solamente esplorare un pezzo di storia del nostro mondo ludico.
Come scegliere il librogame adatto a te
I librigame possono offrire una varietà infinita di esperienze, con tanti temi, dinamiche e peculiarità. Lupo Solitario è un’ottima opzione da considerare, ma se non ti piace il fantasy, ti consigliamo di cercare qualche titolo più in linea con i tuoi gusti. Ce ne sono davvero molti, che spaziano tra storia, fantascienza, giallo, horror e comico, per citarne solo alcuni.
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