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Si dice che Khaine, l’antico dio aelfico della battaglia e dello spargimento di sangue, sia stato distrutto dagli Dei del Chaos, un’affermazione negata con vemenza dal suo matriarcale culto. Proferire una simile è addirittura un crimine punibile con la morte, una sentenza che l’ordine militante esegue con zelo estremo.
Per ere gli aelves di ogni sorta sono stati difficili da trovare, tuttavia, nel reame ombroso di Ulgu le Daughters of Khaine hanno prosperato. Dopo la riapertura di Azyr da parte di Sigmar, il culto si è diffuso ulteriormente. Le Daughters hanno eretto templi a Khaine in quasi tutti i grandi insediamenti fondati sin dall’inizio dell’Età di Sigmar, nonostante ciascuna delle sette rivali ritenga l’influente città-tempio di Hagg Nar come la capitale del loro violento credo. Man mano che i pellegrinaggi marciano in processioni cantilenanti per aiutare le forze dell’Ordine, il potere dei Khainiti cresce. C’è una sola persona dietro all’improbabile rinnovamento di un popolo caduto e alla rinnovata diffusione i una religione in declino: la famigerata Morathi.
Una leggenda vivente che precede l’Età del Mito, Morathi è una strega aelfica la cui magia rivaleggia con quella degli dei. Il suo passato è fitto di innumerevoli complotti, altrettante sono le volte in cui è caduta in disgrazia, e abbondano le storie della sua bellezza sovrannaturale e del temperamento impetuoso. Molti conoscono Morathi come la madre del Malerion, un essere di immenso potere assurto all’immortalità. Morathi cerca di seguire il suo stesso percorso ad ogni costo, dedicandosi come non aveva mai fatto a guidare e far crescere il culto di Khaine con fervore ineguagliato.
Le Daughters of Khaine sono un ordine misterioso, odiato dai nemici e incompreso, o addirittura temuto, dagli alleati. Tuttavia, nessuno che abbia lottato al loro fianco oserebbe mai negare il fatto che esse sono acerrime nemiche del Chaos.